Dall'VIII secolo a.C. fu fondata la colonia greca di
Siris
(di madrepatria microasiatica) e intorno al 630 a.C. quella di
Metaponto,
di colonizzazione achea, completando l'occupazione della costa ionica,
mentre nell'interno continuano a fiorire le comunità indigene (in
particolare nell'area di
Melfi).
Dopo
un primo periodo di pacifica convivenza alcuni insediamenti indigeni
scompaiono e altri vengono fortificati. Le città greche lottano
l'una con l'altra.
I primi contatti dei
Romani con i
Lucani
si ebbero con una temporanea alleanza antisannita intorno al 330
a.C. Dopo la conquista di Taranto nel 272 a.C. il dominio romano
si estese a tutta la regione. Venne prolungata la via Appia fino
a Brindisi e vennero fondate
Potentia (
Potenza)
e
Grumentum. A
Venosa nacque il
poeta latino
Flacco.
Alla fine del V secolo la
Lucania era già
ampiamente cristianizzata e dopo la caduta dell'impero romano restò
possesso bizantino fino alla conquista longobarda nel 568, entrando
a far parte del
Ducato di
Benevento.
Le incursioni saracene portarono le popolazioni locali all'abbandono
degli abitati in pianura e in prossimità della costa, a favore di
centri protetti sulle alture.
Nel 1059 dopo la conquista normanna
Melfi
divenne una delle sedi del potere regale.
Federico II di
Svevia soggiornò a Melfi nel 1225 e nel 1231, anno in cui
vennero emanate le Constitutiones regni Siciliae ("
Costituzioni
di Melfi").
Venne costruito il castello
di
Lagopesole.
Nel XIV secolo la
Lucania attraversò una
profonda crisi demografica, attribuibile probabilmente alla "cacciata
dei
Saraceni" ordinata da
Carlo d'Angiò.
La famiglia
Caracciolo ottenne la signoria su
Melfi
e diversi altri feudi. Nella seconda metà del XV secolo si ebbe
una generale ripresa economica e demografica, anche in seguito all'arrivo
di profughi dalle regioni dell'Impero bizantino in seguito alla
caduta di Costantinopoli.
La
Basilicata fu teatro della famosa
Congiura
dei Baroni ordita nel 1485 dal principe di
Salerno
Antonello II dei Sanseverino consigliato da
Antonello
Petrucci e Francesco Coppola, ai danni del re di
Napoli
Ferdinando I di
Napoli che coinvolse molte
famiglie feudatarie di signori e baroni del regno della fazione
guelfa favorevoli agli angioini, tra cui oltre i
Sanseverino
si ricordano i
Caracciolo principi di
Melfi,
i
Gesualdo marchesi di
Caggiano,
i del
Balzo-Orsini principi di
Altamura
e di
Venosa, i
Guevara principi
di
Teramo, i
Senerchia conti di
S.Andrea e
Rapone, che si riunirono
nel
Castello di Miglionico (detto del
Malconsiglio
o della congiura dei
Baroni). La
Congiura
fu narrata dallo
Storico Camillo Porzio nella sua
più celebre opera, La congiura dei
Baroni del regno
di
Napoli contra il re
Ferdinando I.
Carlo V di
Spagna tolse i loro domini ai
feudatari precedenti, a cui subentrarono le famiglie dei
Carafa
(principi di
Stigliano),
Revertera, Pignatelli
e Colonna. La
Basilicata fu in gran parte
sottoposta alla giurisdizione di Salerno, mentre
Matera
e la
Murgia fecero parte della
Terra d'Otranto.
Quando a
Napoli scoppiò
la rivolta di
Masaniello, nel 1647, una sollevazione
popolare generalizzata coinvolse tutta la regione, che aderì alla
Repubblica, ma la rivolta venne quindi repressa. Nel 1663 venne
creata una nuova provincia per la
Basilicata, per
assicurarne un maggiore controllo, con capoluogo a
Matera.
Nel 1799 la popolazione di
Potenza scese
in piazza e di lì i moti si estesero in tutta la regione, animati
dalla "
Organizzazione democratica" guidata dai
fratelli
Michelangelo e
Girolamo Vaccaro,
di
Avigliano, ma l'insurrezione venne sanguinosamente
repressa. Le riforme furono attuate durante la successiva occupazione
napoleonica, e furono distribuite in piccoli lotti le terre demaniali.
Le richieste di cambiamento, in particolare per la riforma agraria,
rimasero inascoltate e la regione partecipò ai moti del 1848. La
voglia di cambiamento e di innovazione fece aderire la migliore
parte della società lucana ai fatti che portarono alla unificazione
piemontese anche se un recente revisionismo storico ha portato a
valutare negativamente quel coinvolgimento. Tra i principali artefici
della svolta sabauda si menzionano
Giacinto Albini con Nicola
Mignona Governatori del Governo Prodittatoriale, nominato
poi
Governatore della
Provincia,
Carmine Senise Capo
di
Stato Maggiore delle
Forze
insorte,
Pietro La Cava,
Florino Del Zio,
Ferdinando Petruccelli della
Gattina, Giacomo
Racioppi, Francesco Scardaccione che fu il primo
Presidente
della
Provincia di Basilicata 1861. Dopo l'annessione
le mancate riforme promesse acuirono la resistenza contro il nuovo
Regno d'Italia, attraverso il fenomeno del brigantaggio,
animato in particolare dal capo brigante
Carmine Donatelli
detto
Crocco, di
Rionero in
Vulture.
Il 23 novembre 1980 la
Basilica fu sconvolta
da un grave terremoto che colpì buona parte del territorio regionale.
Nel 2003 la decisione del governo nazionale di trasferire
tutte le scorie nucleari delle ex centrali atomiche in una salina
di
Scanzano Jonico ha provocato
un'intensa protesta, con una manifestazione oceanica cui parteciparono
circa 250.000 persone (pari a circa la metà dell'intera popolazione
lucana) che ha portato nel gennaio del 2004 al ritiro del decreto.